"Il fuoco tra le dita" dedicato a Maria Cumani
Un messaggio di palpitante attualità
Messina
Nella libreria Circolo Pickwick è stato presentato
dalla professoressa Giovanna Musolino il libro «Il fuoco tra le dita» -
Il poeta e la danzatrice – a cura di Mariacristina Pianta e Alessandro
Quasimodo (Editore Abramo - Catanzaro 2011), che contiene scritti inediti di
Maria Cumani Quasimodo: prose, lettere, Racconti, un Carteggio con
alcuni dei maggiori pittori del Novecento italiano, Monologhi, composti
per una eventuale trasposizione teatrale, un Diario che va dal 1940
al 1946.
La relatrice ha tracciato innanzitutto un profilo
biobibliografico della Cumani che nacque a Milano nel 1908 in una famiglia
della buona borghesia milanese, fece studi classici e manifestò presto passione
per la danza; fu allieva della Ja Ruscaja e in seguito tenne ella stessa corsi
di danza.
Nel 1936 giovanissima incontrò in casa di Raffaello
Giolli, suo professore di Storia dell'Arte, il poeta Salvatore Quasimodo e fu
amore a prima vista. Un incontro che avrebbe segnato tutta la sua vita, una
travolgente passione amorosa, che fu anche l'incontro di due sensibilità
artistiche con tutto ciò che di proficuo scambio esso comporta.
Nel 1939 nacque il figlio Alessandro, nel 1948 si
sposarono dopo la morte della prima moglie del poeta.
Danzatrice, coreografa, attrice di teatro e di cinema,
la Cumani fu inoltre autrice di tre sillogi poetiche: Improvviso un vento,
L'arte del silenzio, O forse tutto non è stato. Passando poi ad
esaminare Il fuoco tra le dita, la Musolino ha osservato come da
queste pagine, viene fuori il ritratto di una donna di ampia e raffinata
cultura, e dalle eccezionali qualità creative, intellettive e umane, animata da
un insopprimibile bisogno di esprimersi attraverso la sua più grande passione,
la danza.
Uno spirito libero Maria Cumani che seppe in tempi non
favorevoli e a costo di grandi sacrifici affermare il diritto alla propria
indipendenza e alla difesa dei propri ideali.
Ella fu anche sostenitrice di valori quali la pace e la
promozione delle donne nella società (vedasi il discorso tenuto al Congresso
delle donne del 14/3/1953), che assieme a tematiche come la
solitudine e il male di vivere, tra le più insistite nel libro,
rendono il suo messaggio di palpitante attualità.
Per quanto riguarda la scrittura, ha concluso la
relatrice, è da sottolineare la padronanza di un linguaggio, che consente alla
Cumani di passare da analisi di grande lucidità, relative a problematiche
esistenziali, a momenti in cui prevale una visione onirica della realtà. Non è
un caso che la parola sogno ricorre spesso in questi scritti e che Sogni,
danza, bambine e Alcuni sogni sono i titoli di due racconti.
Colpisce inoltre la capacità di scandaglio psicologico,
che non è mai astratta elucubrazione mentale, ma affonda le radici, a volte
dolorosamente, nel vissuto dell'autrice, per un bisogno innanzitutto di
conoscere se stessa.
Molto apprezzate le letture dell'attore Alessandro
Quasimodo di passi del libro e delle tre liriche dedicate da Salvatore
Quasimodo alla Cumani: Delfica, Elegos per la danzatrice Cumani e L'alto
veliero. (a.m.c.s.)
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