giovedì 16 agosto 2012

NENJA IN QUASIMODO CONCERT...canta Rita Melany Freni


2009...parliamo di NENJA, meravigliosa poesia di Maria Cumani, musicata dal compositore Francesco Sicari e cantata dalla sensibile voce della cantante soprano Rita Melany Freni.

Va ancora ricordata, nella parte centrale del cd, la lirica Nenja di Maria Cumani, danzatrice, attrice e poetessa, moglie di Quasimodo dal 1948 al 1960 e madre di Alessandro.

Quaranta anni fa moriva Salvatore Quasimodo, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, Premio Nobel per la letteratura nel 1959.
Un anniversario che sarebbe passato probabilmente inosservato, come tanti altri riguardanti il campo letterario se, grazie alla collaborazione fra il figlio del poeta Alessandro e Francesco Sicari, non si fossero gettate le basi per il cosiddetto Q Projet, nato con lo scopo di musicare alcune delle liriche del letterato siciliano.
L’iniziativa si è poi allargata, coinvolgendo il cantante Alberto Fortis, anche in qualità di direttore artistico, il musicista ed arrangiatore Franco Frassinetti ed il produttore Sabino Mogavero.
Il tutto èsfociato in uno spettacolo, presentato lo scorso 28 marzo 2009 in anteprima mondiale a Verona, nella Villa Giusti del Giardino, in occasione della Giornata della Poesia e in un cd intitolato Quasimodo Concert, Poeticamente cantare la poesia, edito dalla casa milanese Idyllium.
Il disco attinge a scritti provenienti dalle raccolte Òboe sommerso (1930-32), Erato e Apòllion (1932-36) e Giorno dopo giorno (1947).
Alla prima appartengono Dove morti stanno ad occhi aperti, Nell’antica luce delle maree e Isola, alla seconda Nel giusto tempo umano (che apre il cd) e Insonnia, mentre la terza è rappresentata da Lettera e Forse il cuore, che chiudono l’incisione.

In complesso i testi presi in considerazione, come gran parte della poetica di Quasimodo, descrivono spesso tristezza e desolazione, tipici di un personaggio sensibile e tormentato.
Su questo materiale Sicari, Fortis e Frassinetti hanno lavorato cercando, da una parte di non snaturare l’essenza dei testi e, dall’altra, di renderli fruibili mediante l’apporto di ritmi moderni che si adattassero alle diverse circostanze.
Un compito molto difficile, reso quasi proibitivo dal fatto che gli autori non si sono accontentati del mero abbinamento testo-musica ma, per ogni brano, hanno inteso creare una particolare atmosfera, resa ancor più suggestiva dalla presenza delle voci recitanti di Alessandro Quasimodo e del padre, dando corpo ad un’iniziativa riuscita particolarmente bene.
Importante segnalare, oltre ai già citati autori, impegnati anche in prima persona (Fortis, naturalmente come cantante, Sicari alle tastiere, Frassinetti alle chitarre e al sampler), la cantante Rita Melany Freni ed il quintetto vocale Alti & Bassi, che hanno attivamente contribuito all’insieme.
In definitiva un progetto che offre la possibilità ai giovani di oggi, tramite un linguaggio musicale attuale, di venire a contatto con la grande poesia italiana di ieri e che ci auguriamo possa conoscere ulteriori e stimolanti sviluppi.

martedì 14 agosto 2012

Nenja: una tra le più belle poesie di Maria Cumani in poesia


Nenja
                                                                                                

La neve,
e la luna sulla neve,
e noi nel  silenzio, sotto la luna,
e bianca, rotonda, silenziosa la luna  nel cielo, lassù.

E il cielo così chiaro
e l’aria anche chiara,quasi latte
e latte il cielo laggiù,che s’incurva tenero sui monti
e neri i monti, acuti incidono tagli,nel cielo amoroso.

(oh cielo amoroso, preso di noi
e noi, amorosi, presi di cielo)

Cielo di silenzio,
sopra silenzio immenso di neve,
immenso di neve, colore di rosa e viola, sotto la luna,
e rosa la luna e viola il cielo teso, come seta vibra.

E  la seta della mia gota, come brivido,
e brivido corre la tua gota a un fiato della mia
e il tuo e mio fiato,nuvole leggere, corrono via
e corrono intanto lassù alla luna anche i nostri occhi.

Oh luna perduta,
e noi perduti nella luna,
e ogni cosa perduta, in chiarore,
e i monti e la distesa di neve e noi, sogno,
e tutto che vediamo sogno, eterno, immobile, infinito
nella notte infinita, immobile, eterna.                                                                                   Febbraio 1963

domenica 12 agosto 2012

L'arte del silenzio. La danza. La poesia. L'immagine 




Estratto del libro
Non solo non posso vivere senza vederti, ma non posso più fare a meno di scriverti. Eppure vedi, non volevo scriverti, ma come fare?Ho resistito fino a questo momento (sono già passate le tre e, fra poco più di un'ora, ci vedremo) e leggevo quel libro meraviglioso che mi hai dato. Tutto quello che avviene ora nel libro mi avvicina ancora più a te e mi fa sentire come sia ormai irreparabilmente decisa la nostra sorte. Io non so come ti amerò e quanto e se sarà per vivere o per morire con te, ma quello che è certo,è ch'io non potrò e non saprò più mai distaccarmi da te.
[...]
Come si deve essere felici e infelici al tempo stesso, quando si giunge a esprimere la ricchezza del proprio mondo interiore, così. Eppure mi pare, come se ognuno che sente in semplicità e in
purezza di cuore parlasse, potrebbe dire altrettante cose meravigliose e strane e nuovissime. Ma forse non basterebbe sentire, bisognerebbe anche amare – che è come dire soffrire – ed è giusto che sia così. Anche oggi non so come sarò. Ma tu vedi bene ch'io sono tua anche se ancora non so amarti.
(Maria Cumani, Lettera del 9 ottobre 1936)

Eccomi, o diletta, lontano, "spaventato d'amore" dopo una notte d'uragani, senza quiete, con la mente arida eppure attenta a ogni più misterioso sorgere di parole e di immagini. Ora ti so ferma nel mio cuore, e ciò che avviene se aggiunge più segni al nostro tormentato cercarsi, non può più farti divenire ombra, e come questa dileguare. Vi sono dei sentimenti che non possono essere sostituiti dalle sensazioni. Ieri sera (ed eravamo oscuramente angosciati) ci siamo dette parole precise e definitive. Ritornare nel tempo sarebbe come rinunziare per sempre e "aderire" alla mediocrità passivamente. Quello che avevo pensato di te al primo incontro è stata come l'illuminazione improvvisa che fa nascere la poesia e la danza. I tuoi divini tremori sono il segno più alto della possibilità dello stato di quiete e d'amore. Finirai di camminare "nell'aura senza mutamento" se dimenticherai la terra e il peso delle membra, proprio come penso debba avvenire nella danza.
(Salvatore Quasimodo, Lettera del 15 ottobre 1936

Quarta di copertina
Questo libro è la testimonianza della singolare avventura intellettuale sorta dall'incontro di un poeta e di una danzatrice. Sono raccolti qui gli scritti, i progetti di coreografie, il diario, le poesie, le immagini dei film e degli spettacoli di Maria Cumani, le sue lettere a Salvatore Quasimodo. Il poeta le risponde in uno scambio fittissimo, qui riportato, ma la conversazione con lui va oltre la corrispondenza per divenire interlocuzione del particolare "testo Cumani" che emerge dalla lettura di questo libro: un'insopprimibile istanza di bellezza, un irrimandabile bisogno di ritmo, e l'esigenza di aria e di cielo.
Maria e Salvatore si sono incontrati nel 1936 a Milano: lui già poeta ammirato (Oboe sommerso è del 1932), lei giovane inquieta, presa dalla vocazione della danza. Quasimodo e la danza comportano per Maria Cumani la solitudine più assoluta e il distacco da ogni conformismo. Nonché la lotta – lei studia, insegna, inventa coreografie e spettacoli nuovi dove s'intrecciano poesia, danza, musica – e il dolore.
Dalla Prefazione di Giovanni Raboni: "La lunga storia di amore e di sacrificio che ha legato l'autrice a uno dei più famosi poeti del nostro tempo – di cui qui sono fittissime le impronte o più propriamente le ombre, le proiezioni interiori – è stata vissuta dalla Cumani alla pari, almeno alla pari con il suo partner non solo quanto a intensità emotiva, ma anche (ciò che più c'importa e ci coinvolge come testimoni muti, come ascoltatori) per la capacità d'interrogare a nome di tutti, d'inondare eroicamente e dolorosamente di luce il grande mistero dei sentimenti [...] Ma la verità di queste pagine non dipende in alcuna misura né dagli eventi cui a tratti si riferiscono o rimandano né da un'interpretazione 'realistica' di tali eventi, bensì dal fuoco interno che le percorre e quasi visibilmente, quasi letteralmente le consuma".



"Il fuoco tra le dita" dedicato a Maria Cumani

Un messaggio di palpitante attualità 


Messina

Nella libreria Circolo Pickwick è stato presentato dalla professoressa Giovanna Musolino il libro «Il fuoco tra le dita» - Il poeta e la danzatrice – a cura di Mariacristina Pianta e Alessandro Quasimodo (Editore Abramo - Catanzaro 2011), che contiene scritti inediti di Maria Cumani Quasimodo: prose, lettere, Racconti, un Carteggio con alcuni dei maggiori pittori del Novecento italiano, Monologhi, composti per una eventuale trasposizione teatrale, un Diario che va dal 1940 al 1946.
La relatrice ha tracciato innanzitutto un profilo biobibliografico della Cumani che nacque a Milano nel 1908 in una famiglia della buona borghesia milanese, fece studi classici e manifestò presto passione per la danza; fu allieva della Ja Ruscaja e in seguito tenne ella stessa corsi di danza.
Nel 1936 giovanissima incontrò in casa di Raffaello Giolli, suo professore di Storia dell'Arte, il poeta Salvatore Quasimodo e fu amore a prima vista. Un incontro che avrebbe segnato tutta la sua vita, una travolgente passione amorosa, che fu anche l'incontro di due sensibilità artistiche con tutto ciò che di proficuo scambio esso comporta.
Nel 1939 nacque il figlio Alessandro, nel 1948 si sposarono dopo la morte della prima moglie del poeta.
Danzatrice, coreografa, attrice di teatro e di cinema, la Cumani fu inoltre autrice di tre sillogi poetiche: Improvviso un vento, L'arte del silenzio, O forse tutto non è stato. Passando poi ad esaminare Il fuoco tra le dita, la Musolino ha osservato come da queste pagine, viene fuori il ritratto di una donna di ampia e raffinata cultura, e dalle eccezionali qualità creative, intellettive e umane, animata da un insopprimibile bisogno di esprimersi attraverso la sua più grande passione, la danza.
Uno spirito libero Maria Cumani che seppe in tempi non favorevoli e a costo di grandi sacrifici affermare il diritto alla propria indipendenza e alla difesa dei propri ideali.
Ella fu anche sostenitrice di valori quali la pace e la promozione delle donne nella società (vedasi il discorso tenuto al Congresso delle donne del 14/3/1953), che assieme a tematiche come la solitudine e il male di vivere, tra le più insistite nel libro, rendono il suo messaggio di palpitante attualità.
Per quanto riguarda la scrittura, ha concluso la relatrice, è da sottolineare la padronanza di un linguaggio, che consente alla Cumani di passare da analisi di grande lucidità, relative a problematiche esistenziali, a momenti in cui prevale una visione onirica della realtà. Non è un caso che la parola sogno ricorre spesso in questi scritti e che Sogni, danza, bambine e Alcuni sogni sono i titoli di due racconti.

Colpisce inoltre la capacità di scandaglio psicologico, che non è mai astratta elucubrazione mentale, ma affonda le radici, a volte dolorosamente, nel vissuto dell'autrice, per un bisogno innanzitutto di conoscere se stessa.
Molto apprezzate le letture dell'attore Alessandro Quasimodo di passi del libro e delle tre liriche dedicate da Salvatore Quasimodo alla Cumani: Delfica, Elegos per la danzatrice Cumani e L'alto veliero. (a.m.c.s.)

TEATRO ARTE MUSICA: BLOG DEDICATO A MARIA CUMANI: DANZA ARTE IMMAGINE...

TEATRO ARTE MUSICA: BLOG DEDICATO A MARIA CUMANI: DANZA ARTE IMMAGINE...: http://mariacumani.blogspot.it/